Ritenzione idrica, tutte le cose che dovresti sapere

Corpo
19/12/2016
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La ritenzione idrica rappresenta un disturbo particolarmente diffuso, spesso sottovalutato, che colpisce con differente intensità milioni di persone; il segno principale della ritenzione idrica è un ristagno di liquidi nei tessuti cutanei che altera gli scambi osmotici a livello capillare e determina un accumulo di materiale di scarto che si deposita nei tessuti provocando rigonfiamenti anomali a livello cutaneo superficiale andando a provocare il cosiddetto effetto a “buccia d’arancia” (poiché interessa, in particolare, alcune zone del corpo predisposte all’accumulo di grasso e dunque che tendono ad essere ricche di tessuto adiposo). A causa dell’alterata circolazione venosa e linfatica, insieme a questi liquidi ristagnano anche numerose tossine –– che vanno ad alterare un metabolismo cellulare già intaccato da quello che è un apporto ridotto di ossigeno e nutrienti. Nel corso del tempo, dopo l’iniziale senso di gonfiore possono manifestarsi i primi stadi della cellulite e la comparsa di capillari e vene varicose.

Quali sono le origini di questo disturbo? Alla base possono esserci il sovrappeso (facilmente identificabile), intolleranze particolari, un’alimentazione non equilibrata oppure patologie come le disfunzioni cardiache o le disfunzioni renali, senza dimenticare le reazioni allergiche o le infiammazioni severe. Occorre però sottolineare che la ritenzione idrica – il cui danno non è solo di tipo estetico, ma è causa di problemi che tendono a cronicizzarsi – può essere distinta in diverse tipologie, legate sia alla sua origine sia a come questa condizione si manifesta:

Ritenzione idrica primaria: definita anche “circolatoria”, riguarda l’accumulo di liquido tra gli spazi presenti tra una cellula e l’altra. Questo tipo di ritenzione è da attribuirsi al sistema circolatorio e al sistema linfatico, che non funzionando nel migliore dei modi creano un rallentamento della circolazione nonché un ristagno di liquidi.
• Ritenzione idrica secondaria: è associata a patologie arteriose, come nel caso dell’ipertensione, oppure ad una patologia linfatica come il linfedema, o insufficienza renale.
• Ritenzione idrica alimentare: dipende da una alimentazione non corretta, in particolare se ricca di sale (quest’ultimo e il sodio in esso contenuto sono alcuni tra i principali alleati della cellulite), o da intolleranze alimentari come per esempio al lattosio.
• Ritenzione idrica iatrogena: deriva da abuso di farmaci, le cui classi sono sostanzialmente quattro: antiinfiammatori, cortisonici, terapia ormonale sostitutiva (menopausa) e contraccettivi.

Quali sono cure e rimedi per combattere la ritenzione idrica? In mancanza di patologie di rilievo, il responsabile principale della ritenzione idrica è lo stile di vita; dunque, come già accennato, una serie di abitudini sbagliate (fumo, abuso di alcolici, farmaci o caffè, sovrappeso, predilezione per i cibi salati, abiti troppo stretti, tacchi eccessivamente alti) contribuiscono a peggiorare la situazione. Va da sé che una soluzione importante per contrastare la ritenzione idrica è l’attività fisica; anche una semplice passeggiata, oppure nuotare, possono essere d’aiuto. Decisamente meno indicati, invece, gli sport che prevedono continui impatti con il terreno (come la pallavolo, il tennis, la corsa).

E ancora, particolarmente consigliata è una dieta ad alto contenuto di fibre (fibra alimentare), per aumentare la mobilità intestinale e diminuire il rischio di stitichezza, un disturbo quest’ultimo che ostacola il deflusso venoso a livello addominale. Inoltre è importante consumare molta frutta e verdura, in particolar modo quella ricca di acido ascorbico e flavonoidi per proteggere i capillari sanguigni rafforzandoli.